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Caldaia: quando cambiarla

7 campanelli d’allarme che anticipano la sostituzione dell’impianto.

Il 70% degli italiani ha in casa una caldaia poco efficiente, molto spesso datata, che rappresenta una spesa importante per le finanze familiari a causa degli elevati consumi.
Sicuramente, una regolare manutenzione assicura una corretto funzionamento dell’impianto, ma possono sempre sorgere problemi e imprevisti di varia natura, con successivi pericoli se sottovalutati o non individuati in tempo utile.

Che fare in questi casi? Riparlarla o sostituirla?
Ecco a voi qualche segnale utile per capire quando è giunto il momento di cambiare caldaia.

  1. La data di acquisto
    Ogni elettrodomestico ha un suo ciclo di vita, anche se il prodotto che abbiamo scelto è di ottima qualità. Se la tua caldaia è stata acquistata da 10-15 anni, allora è arrivato il momento di sostituirla. Tra i motivi per farlo ci sono la tecnologia obsoleta (dal 2015, infatti, le nuove caldaie sono a condensazione), poca efficienza energetica e conseguenti consumi elevati e una maggior propensione ai guasti.

  2. Cattivo odore
    Una caldaia perfettamente funzionante non emette alcun tipo di odore sgradevole. Quando questo avviene il problema può essere riconducibile a un problema di combustione, con conseguenti perdite di monossido di carbonio.

  3. La presenza di una fiamma gialla
    La caldaia deve emettere sempre una fiamma di colore blu, senza intermittenze. Se il colore di questa cambia, allora è probabile che lo sporco stia intasando il bruciatore dando vita ad una combustione incompleta e dannosa, come sopra spiegato.

  4. Rumori sospetti
    Tutte le caldaie in funzione producono un suono simile ad un ronzio basso e costante, che molti utilizzatori non notano nella quotidianità. Eventuali e/o vibrazioni insolite potrebbero indicare qualche malfunzionamento, quale una valvola rotta oppure problemi nella funzionalità della pompa.

  5. Classe di efficienza energetica obsoleta
    Maggiore costo in bolletta e un maggiore inquinamento ambientale, sono sintomi di una caldaia poco efficiente a livello energetico.
    Verificare l’efficienza della propria caldaia è semplice: basta esaminare l’etichetta energetica ErP che è costituita da una scala di colori a sette punti (dal verde - classe A - fino al rosso - classe G). Una caldaia a condensazione in classe A è più efficiente, consuma meno e rispetta maggiormente l’ambiente.
  6. I termosifoni impiegano più tempo a riscaldarsi
    La maggior parte delle caldaie moderne può raggiungere rapidamente la temperatura di funzionamento e produrre calore quasi istantaneamente, in caso contrario la causa può essere attribuita all’acqua sporca che circola all’interno dei termosifoni.

  7. Perdite sotto la caldaia
    La presenza di acqua al di sotto dell’impianto è un avvenimento anomalo, come qualche difetto o usura delle parti interne. Una perdita può causare ulteriori problemi, come ruggine e corrosione, nonché danni strutturali all’intero impianto di casa.


Ma cosa fare quando la nostra caldaia presenta delle anomalie? In questi casi è vivamente consigliato spegnere l’impianto, per evitare di provocare ulteriori danni, e richiedere il pronto intervento di un tecnico.
Inoltre, è consigliabile installare un rilevatore di gas domestico, il quale permette di rilevare perdite di monossido di carbonio, un gas inodore estremamente pericoloso. Questa sostanza, infatti, può provocare avvelenamento, il quale si presenta con i seguenti sintomi: mal di testa, respiro corto, nausea o perdita di coscienza. Nel caso in cui avvertiste uno di questi effetti, evacuate immediatamente la vostra abitazione, chiamate la linea del gas di emergenza per ispezionare la perdita e rivolgetevi al medico di fiducia.

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